Ebbene sì, dopo due mesi abbondanti di riposo abbiamo risvegliato il Vino nuovo della Vendemmia 2014 dal suo torpore invernale.
Data la Vendemmia 2014 tardiva, come tutte le altre nostre del resto, verso la fine di novembre’14 si è messo a riposare il Vino nuovo dopo la torchiatura e successiva sfregolatura; nei primi dì di febbraio 2015 si è fatto il primo travaso, infischiandomene della Luna, causando le smorfie della Nonna.
Per i primi mesi, e solo per i primi mesi, utilizzo ancora le vecchie botti di cemento, smaltate internamente di resina alimentare, ereditate dai Nonni.
Per la prima volta nella storia della nostra Cantina si è effettuato il travaso con l’ausilio dell’iper-tecnologia estrema: la pompa elettrica.
Abbiamo riposto, non senza qualche lacrimuccia, l’antica pompa a manovella manuale che, ora, giace capovolta nell’angolo retrò del locale, tra antichi tini e botti di castagno del Nonu.
Il travaso, seppur effettuato in solitaria, è proseguito senza troppoi intoppi, a parte l’aver benedetto più volte il ghiaietto che fa da pavimentazione con qualche litro del genuino succo d’uva. Amen!
L’anidride carbonica e i gas nobili sprigionati hanno prontamente colmato l’aria di aromi di Ciauenasca e degli altri vitigni autoctoni, ben maturi, ben scelti e naturalmente fermentati; anche al veloce assaggio al gusto non pare niente male, ovviamente dovrà ancora riposare e affinarsi per qualche tempo, prima di trarne ulteriori conclusioni.
Ora prediligo, se possibile, evitare le botti in vetroresina e stoccarlo in acciaio, dove poter affinare il vino, anche senza l’utilizzo del legno (per scelte personali).
Sul fondo della botte travasata troviamo le cosidette fecce, microparticelle solide, residui di bucce, raspi e vinacciuoli che, per gravità, nel tempo si depositano sul fondo.
Naturalmente queste si trasportano in vigna o nell’orto e si adoperano come ottimi fertilizzanti naturali.
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